MONUMENTI - EDIFICI STORICI - DIMORE ILLUSTRI
La miglior opera per illustrare i monumenti di Voghera è:
Virginio Giacomo Bono - VOGHERA PALAZZI E CHIESE - Ceo Cooperativa editoriale Oltrepò 1984 Voghera.
Da questa opera si evince il grande numero di edifici e sopratutto di chiese e conventi che si sono create e poi il tempo e le vicende storiche hanno reso fatiscenti per poi arrivare alla demolizione. Ciò che resta merita di essere conservato e valorizzato a testimonianza delle vicende umane che hanno creato la cultura del territorio.
LE CHIESE
IL DUOMO


Il Duomo o cattedrale di San Lorenzo è un emblema di Voghera ed è nato su una precedente chiesa le cui tracce sono state rinvenute negli ultimi restauri di consolidamento restituendo anche tracce di affreschi, vicino alla chiesa sul lato N vi era anche il cimitero.
In Duomo vengono celebrati due dei tre Santi protettori di Voghera: San Bovo e San Lorenzo; l'altro è San Rocco le cui reliquie sono conservate nell'omonima chiesa.
L'antica pieve originaria del VI secolo, forse è la più antica pieve della pianura padana, all'epoca dell'evangelizzazione dei Liguri da parte di San Barnaba e San Marziano che fu poi martirizzato per la sua fede e diventato patrono di Tortona.
La Pieva ra sita lungo la via Romea che gli passava accanto e attraversava lo Staffora sul ponte prima in legno e poi in pietra di epoca romana; le tracce sono ancora visibili. L'antica pieve era affiancata dal capitolo, dalla residenza dei canonici, il chiostro, il refettorio, la curia, il brolo, la sacrestia, alle sue mura si appoggiavano le bancarelle del mercato.
Venne distrutta da Attila nel 452, mentre nel 919 il re Berengario concesse ampi privilegi e arricchì la chiesa. Nel 1436 crollò il campanile che venne ricostruito ricorrendo a nuove gabelle. Fu la sepoltura dei Dal Verme feudatari di Voghera.
Rcostruito nel 1605 su progetto dell'architetto Antonio Maria Corbetta ispirandosi all'impianto bramantesco del Duomo di Pavia, non aveva una facciata artistica ma due contrafforti sostenevano il fronte. La facciata attuale è stata ultimata nel 1881 su disegno dell'architetto milanese Maciacchini.
La facciata reca sul frontone le statue di San Lorenzo, San Rocco e San Bovo, compatroni della città. All'interno, degni di nota sono l'affresco trecentesco della cappella della Madonna del Soccorso, la Santa Caterina di Mazzucchelli e un organo ottocentesco ad opera dei Serassi. Il Tesoro del Duomo conserva arredi sacri di antica fattura, antifonari miniati e un prezioso ternario in broccato d'oro.
L'affresco della Madonna del Soccorso è attribuito ad Andrino di Edesia (1496). La pala, veneratissima "icona magna" venne staccata dal muro dell'antica Chiesa pievana e posta in luogo nel 1606.
Raffigura la Vergine incoronata da due angeli e rivestita da un manto azzurro cupo trapuntato da stelle, affiancata dal Bambino Gesù che l'abbraccia invocandola. La Madonna è circondata da raggi e fiamme dorate di grande pregio scenografico.
Alcuni storici vorrebbero quest'opera dono del vescovo Giacomo Botta che la fece collocare nel Tempio nel 1496, mentre il Bartoli, quanto alla paternità, l'attribuisce al pittore Antonio Lucini di Milano, errando palesemente in quanto la stessa trova già riscontro in un sinodo del ricordato vescovo di Tortona del 1450 dove è definita "lmago mirae vetustatis".
Pregevole anche un dipinto raffigurante la visita di Scipione Crespi (1599), conservato nell'altare del Collegio Notarile.
Un altro tesoro è rappresentato dalla reliquia della Sacra Spina, una delle spine della corona posta sul capo di Gesù prima della crocifissione. Questa reliquia posta in una teca sulla volta a 16 m sopra l'altere maggiore veniva un tempo calata a mano con un marchingegno di carrucole per essere venerata dai fedeli.
La tradizione cadde in disuso fino ai nostri giorni quando su iniziativa dei Cavalieri di Malta, del Prof. Daniele Salerno e del corpo dei pompieri, la sacra spina venne prelevata da un milite e posta sull'altare maggiore.
Sul basamento del reliquiario Visconteo, un viso smaltato ricorda la figura di San Giovanni patrono del Sovrano Militare Ordine Ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, poi di Rodi, poi di Malta, oggi più semplicemente conosciuto come Ordine di Malta.
È verosimile che la reliquia sia giunta a Voghera attraverso i Cavalieri Crociati, e non a caso l’Ordine di Malta proprio in città gestiva un importante ospedale dedicato agli ammalati e ai pellegrini.
Ogni anno, durante la festa di San Bovo, la reliquia viene mostrata al popolo dal Vescovo.
Un momento della traslazione della Sacra Spina
La Spina era famosissima, tanto da destare l’interesse anche da parte del Re prima ancora dell’Unità d’Italia.
Voghera faceva parte dello Stato piemonese e i Re venivano in città proprio per poter ammirare la Spina della Corona di Cristo. Documenti di archivio ricordano l’arrivo, il 17 maggio del 1775, del Re Vittorio Amedeo III, con i familiari che diventeranno successivamente i Re Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I.
In quell’epoca la reliquia era sempre posta nel punto più alto all’interno del Duomo, e ci si arrivava attraverso un marchingegno sofisticato, in pratica un carrello elevatore spinto a mano da una lunga serie di ingranaggi e chiamato la “Nuvola”, sormontato da putti, in una ascensione liturgica di grande effetto. Poi la “Nuvula” cessò di funzionare e la cerimonia della Sacra Spina si interruppe alla fine dell’Ottocento.
Recentemente è stato consolidato il campanile e le cripte sotterranee e resti di affreschi medievali.
Una opera completa sulla storia del Duomo si deve a Fabrizio Bertnini "Duomo di Voghera nella storia e nell'arte" 1991 Tipolito MCM Voghera.
A anco del Duomo vi era il cimitero che è poi stato spostato fuori dalle mura cittadine dove ora sorge l'oratotio del Crocefisso.
Dal 1014 il Duomo si è arricchito di un prezioso e più moderno Organo proveniente dal Duomo di Pavia; è un organo moderno a controllo digitale e offre la possibilità di grandi concerti.


SAN BOVO

I Partecipanti al convegno del 1988

Più recentemente Daniele Salerno ha pubblicato:
San Bovo, Uomo di guerra e uomo di Dio 2011 Guardamagna editore - Varzi




LA CHIESA D SAN ROCCO




Edificata nel 1500 dai Domenicani su un precedente oratorio con annesso Ospedale di Sant'Enrico fu completata poi nel '600 e ristrutturata varie volte. Conserva la cassa originale in cui erano custodite le spoglie di San Rocco poi portate a Venezia. Qui si conserva una frammento di osso del braccio in un artistico reliquiario a forma di braccio. Numerosi altri frammenti di osso sono sparsi in numerose chiese dedicacate al Santo.
Nella chiesa si conservano anche alcune gigantesche tele con la vita del santo che venivano esposte al pubblico il giorno di San Rocco ma da ormai molti anni non sono più visibili perchè molto delicate e sono perciò conservate in qualche deposito in attesa di restauro.
San Rocco di Montpellier pellegrino e taumaturgo - Compatrono di Voghera con San Bovo.
Nato a Montpellier nel 1348 - morto a Voghera il 16 agosto del 1376 (o 1379), la ricorrenza è il 16 agosto
La vita di San Rocco è piena di incertezze storiche fino a far dubitare della sua esistenza, tuttavia l'ormai conclamata fede in lui lo fa annoverare fra i santi più noti e venerati.
È raffigurato con abito da pellegrino (cappello a tesa larga, mantello e scapolare, il bordone con appesa una zucca-borraccia, una conchiglia simbolo dei pellegrini e forse usata per bere e la bisaccia. San Rocco ha anche una piaga della peste su una gamba e un cane ai suoi piedi con in bocca un pezzo di pane, la croce rossa sul lato del cuore sta forse ad indicare un angioma rosso a forma di croce, sul lato sinistro sulla pelle del costato.
Patrono dei contagiati, emarginati, viandanti e pellegrini, operatori sanitari, farmacisti, volontari e degli animali che protegge dalle malattie.
Rocco di Montpellier, o Delacroix, secondo alcuni documenti si viene a sapere che nella seconda metà del '300 nelle carceri di Voghera moriva un pellegrino di origine francese arrestato circa 5 anni prima nei pressi di Broni con l'accusa di spionaggio aggravata dalla reticenza nel dare le proprie generalità.
Fatti miracolosi furono segnalati a Piacenza e a Sarmato fecero nascere un alone di santità che avrebbe portato alla santificazione durante il Concilio di Costanza.
Era figlio dei Delacroix (Giovanni e Libera), maggiorenti cittadini e consoli della città, la coppia era molto avanti negli anni e la sua nascita fu considerata un miracolo della devozione (anche per quella voglia a forma di croce sul costato). Ricevette una dura e religiosa educazione da parte della pia madre Libera, il suo sentimento religioso lo portavano a consolare l'orfano, ad assistere l'infermo, dare da mangiare all'affamato. Perduti i genitori in giovane età, distribuì i suoi averi ai poveri, sul modello di Francesco d'Assisi al quale era devoto e s'incamminò in pellegrinaggio verso Roma.
Soggiornò ad Acquapendente, vagò in diverse provincie ad assistere gli ammalati in vari ospedali. Incontro un certo Vincenzo che divenne suo adepto, nel locale Hospitale di San Gregorio, dove egli benediceva gli appestati con il segno della croce e all'istante li guariva toccandoli con la mano taumaturgica. Così, in breve tempo, l'epidemia si estinse.
Curò un cardinale guarendolo e per questo venne ricevuto da Papa, forse Urbano V.
LA CHIESA DI SANT' ILARIO O CHIESA ROSSA


SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Un'altra notizia storica riferisce che vi fu frate guardiano, agli inizi del '500 Vincenzo Bandello da Castelnuovo il cui nipote Matteo Bandello divenne il celebre scrittore, una lapide ne ricorda la presenza.
La chiesa ebbe numerose vicissitudini storiche, fu sconsacrata diventando magazzino militare della vicina caserma di cavalleria, poi riconsacrata e data ai Francescani che erano già presenti a Voghera con una scuola.
Ai vogheresi è cara perchè per anni vi officiava padre Nazareno Fabretti, giornalista e scrittore molto seguito nelle sue ferventi omelie della domenica.



LA CHIESA DEL CARMINE
Il Carmine sorse ad opera della confraternita dei Raccomandati detti anche Battuti di Santa Caterina o del Confalone attivi in Roma dal XII sec. Era nota come casa della congregazione di Santa Maria, menzionata in documenti del 1341 come un ospedale dei pellegrini le cui colonne sono ancora visibili.
L'attuale chiesa è seicentesca e racchiude due ricostruzioni di grotte: una dedicata alla Madonna di Lourdes l'altra al Sacro Cuore.
Sul sagrato della chiesa, prima dei restauri più recenti, vi era una pietra di granito rotonda con al centro un foro, la tradizione diceva che era il punto in cui il Creatore aveva puntato il compasso per fare la terra rotonda. La cosa è derivata dal fatto che Voghera è sul 45° parallelo e, in senso lato, al centro tra polo ed equatore.


L'Oratorio del Crocefisso
È di costruzione ottocentesca ed era l'ingresso dell'antico cimitero, su una parete era dipinto un crocefisso poi sostituita dall'attuale opera del Borroni, un bel crocifisso la cui presenza ha dato il nome alla chiesetta, riccamente affrescata con bei disegni in monocromo che purtroppo, anche se restaurati più volte sono preda dell'umidità che risale nei muri. Accanto all'oratorio opera una opera pia di volontari per il soccorso dei poveri, distribuendo vestiario e pasti caldi.



CHIESA DI SAN GIOVANNI
Ricostruita nel '600, conserva all'interno una grande pala d'altare di Panfilo Nuvolone raffigurante la Natività di San Giovanni Battista (XVII sec.) e un affresco cinquecentesco della Beata Vergine

CHIESA DI SAN SEBASTIANO


ABBAZIA DEI RE MAGI

CHIOSTRO DI SANT'AGATA

LA CHIESA DEGLI ARTISTI
AA VV La chiesa degli artisti – Comune di Voghera - CEO Cooperativa editoriale oltrepò 1998 Voghera.
La fondazione della Parrocchia della Natività di Maria Vergine.


