Brignano Frascata

Brignano Frascata

Brignano Frascata è situato lungo la Strada Provinciale per San Sebastiano Curone e Caldirola, il paese si nota per la presenza del castello De Ferraris, costruito nel XIV secolo, poi ristrutturato ed ampliato tra il 1924 ed il 1936 dai conti Bruzzo di Genova, da loro prende l’attuale nome.Malgrado la diffidenza di alcuni esperti, è dimostrata la presenza romana ben illustrata nel pregevole volume:

“Archeologia nella val Curone” scritto da vari studiosi coordinati da Gabriella Pantò edito da Edizioni del Corso 1993. La pubblicazione è stata voluta dal comune di Brignano Frascata con gli auspici del Ministero dei beni culturali ed ambientali.

Il ritrovamento delle basi di alcune capanne e di tracce di una fornace, durante gli scavi archeologici ha dimostrato che la località era abitata già in epoca preistorica e poi in epoca romana.

Il castello fu uno degli antichi fortilizi del contado di Tortona, che seguendo le sorti della vicina città, venne assegnato ai Pavesi dopo la sua seconda distruzione (1164) e quindi ad essa riconfermato con l’atto di riconciliazione nel 1176 con la denominazione di Balegnano.
Località disabitata e diruta era la situazione di Brignano allorché nel 1375 Galeazzo Visconti, conte di Virtù, con atto redatto nel castello di Pavia, la investiva a Spinetta Spinola di Lucemburgo.

Una tradizione locale fa derivare il nome dialettale Bergnàn da bergneu, il nome dialettale di Prunus spinosa un arbusto spinoso tipico dei terreni incolti e magri, per indicare una zona con terreni poco fertili e sassosi come potevano essere quelli in riva al torrente.

Lo Spinola fu il feudatario, che subito dopo esserne entrato in possesso, diede inizio alla riedificazione del castello, sul luogo dell’antico fortilizio, probabilmente costituito da una unica torre a base quadrata, i cui resti furono incorporati nella nuova costruzione.

Durante l’occupazione francese del ducato di Milano, seguita alla caduta degli Sforza, il castello di Brignano fu rioccupato da Antonio Spinola il quale fu spodestato del maniero dal condottiero Pietro Lonati che a sua volta lo riconsegnava nelle mani di Geronimo Guidobono.

Nel 1685 la famiglia Guidobono Cavalchini cedevano la loro quota di Brignano e Frascata, per il prezzo di L. 25.000 al capitano Francesco Ferrari di S. Sebastiano.

Più tardi il castello dai marchesi De Ferrari passò ai Giani e quindi, quando il fabbricato si trovava già in cattive condizioni di manutenzione, ai conti Bruzzo di Genova, che negli anni successivi lo ricostruirono parzialmente, adattandolo alle attuali forme ed arricchendone l’arredamento con preziose raccolte d’arte.

Il conte Bruzzo era il cugino di Carlo Bruzzo che aveva comprato il Castello di Pozzolgroppo, iniziando a fare modifiche e restauri ma poi intervenne la guerra e subito dopo la fine del conflitto morì prematuramente.

Anche il conte Bruzzo di Brignano morì prematuramente in un incidente mentre con sulla sua auto (una delle prime in circolazione) si recava a Genova.
Il nucleo originario di costruzione, dovuto agli Spinola, consisteva nei due avancorpi a settentrione, collegati tra loro da un ponte levatoio; in epoca barocca i Guidobono Cavalchini vi aggiunsero il corpo di fabbrica oggi adibito a biblioteca; il conte Bruzzo aggiunse il fabbricato a ponente, il cosiddetto Castelnuovo.

Il castello di Cantacapra

Cantacapra e una località presso il paese di Brignano, la tradizione locale vuole che la scomparsa sia avvenuta a seguito di una enorme frana, durante un furioso temporale in un’epoca imprecisata, la frana inghiottì il castello con tutti gli abitanti come giusta punizione per la vita dissoluta che conducevano gli abitanti.

Brignano Frascata fu dato in feudo dal duca di Milano alla famiglia genovese degli Spinola (1375). All’alba del 1º giugno 1478, Napoleone e Giovanni Antonio Spinola uccisero nel castello di Brignano il fratello Battista e i suoi tre figli maschi. Una delle figlie nubili morì poco dopo per le ferite riportate. In seguito alla confisca dei beni degli assassini, il feudo passò a Enrico Bigurra, genero di Battista, che però lo vendette nel 1485 a Cavalchino Guidobono per 13.500 lire imperiali.

Dal 1685 al 1800 circa appartenne ai Ferrari di San Sebastiano.
L’importanza di Brignano è anche dovuta al fatto di trovarsi in un crocevia dove una strada attraversa in quel punto il Curone andando da una parte in Val Borbera e dall’altra risale verso Momperone per poi discendere in valle Staffora.

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