Castelnuovo Scrivia

Castelnuovo Scrivia

I primi insediamenti nel territorio sono di epoca romana, anche se si hanno notizie di insediamenti più antichi, ci sono le tracce di centuriazione nella proprietà agricola ed i molti reperti rinvenuti nelle zone di San Damiano, Bovera, Goide, Ova e Cadé.

Il nucleo abitato vero e proprio sorse intorno al 500 d.C. per opera degli Ostrogoti di Teodorico. Questi ordinò: “… communiri Castrum, apud vos positum… ut domos vobis praedicto Castro allacriter construatis” (… che il Castello, che é presso di voi, venga fortificato… che con fermo animo costruiate case nell’anzidetto castello).

Tutta l’area di Caselnuovo nasconde ancora numerosi depositi archeologici da scavare, studiare e fanne un museo interessante, numerosi sono già i reperti di epoca romana: lapidi, iscrizioni e tombe meritevoli di una idonea collocazione e valorizzazione.

Il borgo venne ampliato e potenziato nel 722 dal re longobardo Liutprando.

Le vicende più note si riferiscono, però, al Medioevo, quando Castelnuovo, di parte ghibellina, fu alleato di Federico Barbarossa e partecipò alla distruzione di Tortona (1155), ottenendo in cambio opere pubbliche, immunità e privilegi, tra i quali il diritto di collocare sulla torre la bandiera comunale (giallo-oro e bianco-argento) e di avere l’esclusiva del mercato del gualdo (pianta tintoria usata per tingere di blu le stoffe).

La rivalità con Tortona provocò innumerevoli guerre, finché Castelnuovo, all’inizio del 1300, dopo un breve periodo come libero Comune, con leggi proprie (Statuta), divenne feudo del ducato di Milano, con le signorie dei Bandello, Torriani, Visconti, del Carmagnola e degli Sforza.

In particolare fra i feudatari va ricordato Borso d’Este che, nel periodo 1443-1471, diede impulso alle attività economiche (tintoria delle stoffe, oreficeria, lavorazione del ferro e del rame).

Dalla stirpe dei Bandello nacque Matteo bandello celebre leterato e novelliere

Castelnuovo si producevano manufatti pregiati, primeggiavano oltre che le spade, armi da taglio e forgiatura di corazze e armature, l’abilità di modellare la lamiera conduceva a fabbricare con i ritagli padelle e padellini venduti poi nei mercati (probabilmente erano anche esercitazioni per gli apprendisti) e proprio per questo ancora adesso i Castelnovesi sono soprannominati nel circondario con l’appellativo di “padlè”.

Celebre il mercato del giovedì, le fiere di San Giuseppe, di San Desiderio e della Natività (8 Settembre). Inoltre fu concesso il beneficio della esenzione dal servizio militare, testimoniata dalla bandiera sulla torre recante la duplice scritta “A peste, fame et bello libera nos Domine” (liberaci o Signore dalla peste, dalla fame, dalla guerra) e “A fulgure et tempestate libera nos Domine” (liberaci o Signore dal fulmine e dalla grandine).

Nel periodo di Borso d’Este, Castelnuovo divenne un centro di grande importanza e assai ricco, come testimoniano le ampie case costruite in quel periodo e di cui rimangono tracce evidenti. Dopo la parentesi spagnola con i signori D’Avalos, Castelnuovo, che finalmente nel 1567 aveva modificato la denominazione “Castelnuovo di Tortona” in “Castrum Novum ad Scripiam”, nel 1570 divenne feudo dei marchesi Marini, i quali fecero costruire la chiesa ed il collegio di Sant’Ignazio e il palazzo ora sede municipale.

Nel 1778, quando morì la marchesa Giovanna, ultima dei Marini, coniugata con Centurione, le successe il figlio, il principe Carlo Centurione. Il 17 Giugno 1828 venne deciso di demolire le mura, lunghe 3600 metri, che per la loro solidità avevano fatto di Castelnuovo una posizione militare di notevole importanza, attirando per secoli compagnie di ventura, eserciti francesi, spagnoli e austriaci e ció anche per la collocazione strategica nel punto d’incontro fra le vie del sale (dal mar Ligure lungo lo Scrivia) e la valle del Po.

Ancora oggi è importante centro agricolo noto per la produzione di patate, cipolle, sedano (mostruoso di Castelnuovo), aglio e cereali.

E’ nota la disputa sulle origini di Castelnuovo e se sia lecito ritenerla l’antica Iria come Iria poteva essere lo Scrivia.

Oggi Castelnuovo è anche città industriale con numerose industrie meccaniche e manifatturiere.

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