
San Ponzo
San Ponzo sorge accanto alla sua chiesa, sorta su una importante Pieve, donata insieme a Cecima al Vescovo di Pavia. E’ ricordato espressamente nella donazione fatta da Ottone I nel 957. Non era cinto da mura né aveva castello, aveva però tre colombaie ancora esistenti.
S. Ponzo era pieve, nel 1229, ne era arciprete Balduino citato in Tortona all’istrumento di fondazione della casa degli Umiliati; era di nuovo teste in un istrumento compilato in Varzi nel 1245. Questo arciprete doveva essere abitualmente assente dalla sua Pieve, si legge il suo nome come teste in altri istrumenti nel 1380. Nel 1405 era arciprete Don Antonio Cristiano, altre citazioni provano l’esistenza della pieve, che contava circa 200 fedeli.
La chiesa attuale è stata più volte rammodernata, ma presenta ancora caratteri antichi.
Titolare e patrono è S. Ponzo martire. Egli era soldato della Legione Tebea, che per salvare la vita dalle persecuzioni, fuggì a Fortunago, ove converti alla fede e alla religione molti di quei paesani, quindi si ritirò nella Val Staffora in un luogo tra fitti boschi dove c’erano grotte e acqua.
Riconosciuto per cristiano fu condannato a morte e decapitato in una località fra Cecima e S. Ponzo. Si dice che, quando era a Fortunago, faceva il garzone da un contadino e fece scaturire una fonte d’acqua per abbeverare i buoi e l contadini assetati.
Il Santo viveva in una grotta dove ora i devoti si recano in processione, raccolgono gocce d’acqua che stillano dalla grotta, e vi attribuiscono virtù prodigiose, fra le quali quella di dotare di molto latte le puerpere.
Di lui si celebra la festa al 2 settembre ed un’altra, in primavera alla grotta.
Sotto l’altar maggiore dal 1903, entro un’urna di vetro si conservano in buono stato ed in buon ordine le venerande ossa del santo privo della testa che si conserva nella chiesa di Fortunago.
Queste ossa erano in un’urna di legno nel coro, secondo lo storico Legè, che scrisse in un opuscolo sulla vita di San Ponzo, si confondono due Santi: il San Ponzo, più antico, quello festeggiato in settembre, ed un altro, un omonimo più recente, che condusse vita eremitica in quel luogo, e che fu martirizzato dagli eretici al tempo del beato Giovannino di Volpedo.
Questo secondo è festeggiato in maggio, sue sono le reliquie che si conservano in quella chiesa.
San Ponzo nasce a Roma agli inizi del secolo III da nobile famiglia pagana. Suo padre è Marco, ricco senatore romano e la madre Giulia, cresce in un ambiente pagano ma ormai popolato da cristiani, convinti e fervorosi nella pratica religiosa.
Fu educato alla religione da Papa Ponziano che lo accoglie, lo istruisce e gli amministra il Battesimo dandogli il nome di Ponzo che subito si dedicò alla conversione dei pagani. Convertì il padre con tutta la sua famiglia e molti altri.
Da legionario arrivò in Valle Staffora e fuggì dall’esercito, secondo alcuni per sfuggire alla persecuzione dell’imperatore e secondo altri per l’ansia di diffondere la Fede cristiana anche fuori Roma.
Peregrinò in varie Regioni, come era consuetudine allora, e approdò anche in Francia. Come lui, altri uomini animati da grande fede, Rocco, Colombano, Martino, Romedio giravano per le contrade delle città e del contado, a piedi, con il bastone del pellegrino, alloggiavano dove potevano, ospitati qualche volta da contadini più sensibili, si nutrivano di quello che ricevevano dalla carità, e dai frutti del bosco.
Con l’Editto di Costantino dell’anno 313 questi “discepoli per amore” si rifugiarono in una Abbazia per una vita comunitaria o in eremo come San Colombano di Bobbio e Sant’Alberto di Butrio. Erano tempi di grandi ristrettezze, ma la gente sapeva affrontare i problemi e il futuro con serenità e rassegnazione.
Ponzo si ritirò in seguito in una località che allora si chiamava “Le Cascine“, e che poi prese il nome da lui: “San Ponzo“, a cui viene aggiunto il nome “Semola” dal nome del torrentello che scende dai monti e costeggia il borgo. La grotta dove visse Ponzo, è qualche chilometro fuori dell’abitato, verso il monte. il nome Semola pare derivi da Vocemola (nome di una frazione di Arquata Scrivia) dovrebbe indicare un luogo su cui sorgeva un accampamento romano.
Era il 14 maggio di un anno imprecisato, ma probabilmente circa la metà del secolo terzo. Non si sa con esattezza dove avvenne il martirio. Con molta probabilità nelle vicinanze del paese, tra Cecima e San Ponzo.
Sulla piazza di San Ponzo esiste una fontana con una targa in onore di Giuseppe Maggi, emigrante nelle Americhe, che volle donare nel 1920 al suo paese natale un acquedotto di cui era privo.