
Evoluzione di Voghera
Dopo essere passata dagli Austriaci ai Savoia, della Repubblica Cisalpina al Regno d’Italia di Napoleone, nel 1814 ritorna di nuovo ai Savoia.
Nel 1822 vengono demolite le mura medioevali e su progetto dell’Architetto-Idraulico Anastasio Calvi, viene creata la circonvallazione interna, con l’ampliamento del nucleo esistente ottenuto col semplice prolungamento delle strade fino alla nuova circonvallazione.
Il Piano d’ornato del 1896 fece la prima pianificazione urbanistica dell’intera città che prevede l’espansione radiale e la divisione dell’area delimitata a Nord-Ovest dalla ferrovia e ad Oriente dal torrente Staffora, con un geometrico reticolo di strade circoscritte da una circonvallazione parallela alla prima. Tale piano contiene anche una destinazione delle varie zone indicando il «sito per giardini» ed il «sito per flagello, per bagni pubblici etc.».
La fortuna economica di Voghera è legata all’agricoltura analogamente a quanto avvenuto per tutto l’Oltre Po.
La grande differenza resta tra i piccoli agricoltori della collina e le grandi aziende della pianura. In antico la coltura principale resta il grano e cereali minori poi nell’ultimo dopoguerra arriva il mais ibrido, e più tardi la soia.
Cipolle e patate vogheres
In collina dove non è possibile o conveniente coltivare il grano, prevale la vite, anche in luoghi molto scoscesi, insieme alle diverse varietà di frutta: soprattutto mele, a Varzi, ed anche pere, susine, pesche, poi le noci e le castagne. L’agro vogherese diventa noto per la coltivazione del gelso e l’allevamento del baco da seta.
Per tutto il medioevo erano importanti i boschi di quercia che fornivano le ghiande per l’allevamento dei maiali allo stato brado, in alcuni documenti è citato il diritto di ghiandatico esercitato da alcune comunità nei confronti dei proprietari, quasi sempre monasteri o signori locali.
Attualmente l’agricoltura dell’agro vogherese è basata sui cereali: grano, orzo farro, triticale ed altri minori, viene poi il Mais e la soia. Le colture foraggere avevano una grande importanza quando era sviluppato l’allevamento del bestiame e soprattutto le vacche da latte.
A Voghera si selezionava un ecotipo di Erba Medica denominata “Gigante Vogherese” conosciuta in tutta Italia. L’iniziativa era stata di due commercianti: Raj e De Lucchi, la cui attività fu poi ripresa lalla Cooperativa APSOV che tuttora crea varietà nuove di grano e seleziona sementi per le aziende agricole.
La produzione di latte è quasi cessata anche se rimangono alcuni appassionati che allevano vacche da latte per produrre latte fresco alimentare e latte da trasformare in formaggi.
Chiosco per la vendita diretta di latte fresco degli allevamenti locali
Anche la coltura della barbabietola da zucchero è cessata per la chiusura degli zuccherifici locali in particolare quello di Casei Gerola, gli agricoltori si sono dedicati alla coltivazione di ortaggi in pieno campo come la cipolla nelle due varietà cipolla binca e la dorata di Voghera, la patata, il pomodoro e il già citato peperone di Voghera.
Vi sono anche alcuni vigneti in pianura anche se prevalgono nelle colline prospicenti.
Un tempo Voghera era anche nota per la produzione di botti di legno ad esempio la celebre ditta Graziano, molti artigiani si dedicavano alla loro manutenzione e riparazione.
L’agricoltura alimentava anche l’industria alimentare di derivati della frutta come marmellate e confetture, si cita la famosa Ligure Lombarda che per lungo tempo diede lavoro a numerosa manodopera femminile.
Celebre è stata, ed è tuttora, la produzione della Mostarda di frutta, nota fin dal Medioevo e si vuole inventata dai Monaci di Sant’Alberto di Buttrio.
A Voghera vi erano numerosi mulini che lavoravano il grano locale, in città sull’attuale via Gabetta vi erano due mulini alimentati da un canale artificiale detto cavo Lagozzo che in origine portava l’acqua dello Staffora in città alimentando anche il fossato del Castello
Vigneto dell’agro Vogherese
Alcuni agricoltori iniziano a fare i commercianti, soprattutto di granaglie, attività che perdura fino ai nostri giorni. nomi come Malusardi e Gandini erano noti in tutta Italia nel commercio del grano di cui avevano grandi silos per l’immagazzinamento nel porto di Genova.
Le fortune accumulate con il commercio del grano andavano di pari passo con l’industria delle fornaci di laterizi che sfruttavano i depositi argillosi del sottosuolo; poi venne la seta e successivamente il cotone ad alimentare l’industria.
I lavoro del fornaciaio era qanto di più duro si potesse immaginare. i mattoni e i coppi venivano plasmati a mano , fatti asciugare e poi posti nelle fornaci, caricati e scaricati sempre a mano. malgrado la durezza del lavoro le fornaci fornirono un reddito sicuro a generazioni di abitanti del Vogerese e zone limitrofe.
La trattura della seta creò le prime grandi ricchezze come per esempio la dinestia dei Gallini di cui Carlo Gallini, ingegnere, fu sindaco di Voghera e grande benefattore perchè alla sua morte tutti i suoi beni passarono ad una fondazione ancora oggi esistente.
Vogheresi celebri Una locomotiva nei giardini di P.zza Castello testimonia Voghera città di ferrovieri spostata poi nel 2010 in attesa di una nuova collocazione
L’INDUSTRIA
Nel 1907 si aprì a Voghera una grande officina ferroviaria denominata OGR: Officina Grandi Riparazioni, che riparava le grandi locomotive a vapore e tutto il matriale rotabile; occupava un migliaio di addetti, si costruirono anche le prime case per gli operai e i dirigenti ancora oggi esistenti.
L’evoluzione dell’agricoltura fu stimolo per sviluppare le attività ad essa connesse: artigiani che producevano attrezzi e le prime macchine, industrie di trasformazione come la Ligure Lombarda e poi gli zuccherifici, mulini, selezione delle sementi, vivaismo viticolo e frutticolo, cantine, carri, carrozze e poi motori diesel, manifatture della seta del cotone e poi delle fibre sinetiche (Snia Viscosa).
La presenza della caserma di cavalleria aveva un indotto per la fornitura di fieno, biada, per i cavalli, lo smaltimento del letame e il rifornimento di derrate alimentari per le mense. Sarti confezionavano berretti, divise su misura per gli ufficiali, guanti ed accessori.
L’ospedale civile e lo psichiatrico davano lavoro ad una sterminata falange di uomini e donne, dai medici agli operatori dell’assistenza e della manutenzione, oltre che effettuare un servizio sanitario importante per tutta la zona.
Per la città di Voghera è ancora molto importante il mercato del martedì e venerddì secondo una tradizione antica. In questi due giorni si riversano in città numerosi cittadini dei paesi limitrofi, è occasione di incontro per gli operatori cmmerciali, un tempo era anche mercato del bestiame e della polleria di bassa corte che si teneva in Piazza Gabetta ribatezzata appunto “piazza della polleria“.
Naturalmente i tempi sono cambiati prima erano gli agricoltori che venivano ad offrire le loro merci o i commercianti di stoffe e generi vari, oggi il mercato è fatto con negozi semoventi con frigoriferi e tutto quanto serve a soddisgare il nuovo consumatore
Sul sagrato del Duomo non mancava la venditrice di ciambelle vogheresi denominate Brasadé.
LA FERROVIA VOGHERA – VARZI
Per molti anni la ferrovia Voghera – Varzi ha reppresentato uno strumento di evoluzione economica e sociale, ha agrìevolato i commerci e la mobilità delle persone compresi gli studenti che potevano raggiungere le scuole superiori a Voghera e l’università a Pavia. La storia della ferrovia è descritta nella pagina dedicata a Varzi; sulla vecchia stazione di Voghera è stato edificato il colosseo autoparcheggi che sulla sua facciata riproduce la vecchia facciata della stazione della FVV.